Cieli bassi e nuvole grigie, campi coltivati verdi e pianeggianti, intervallati da polverosi sentieri in pavé: a prima vista, il villaggio fiammingo di Oostvleteren non sembra essere più di un crocevia di campagna, contornato da qualche modesta casetta e da un antico mulino a vento – perfettamente conservato. Se non fosse per la vicinanza con Westvleteren – sede di un inaccessibile monastero trappista, produttore di alcune tra le birre più ambite e ricercate al mondo! – probabilmente il piccolo paesino non sarebbe segnalato su alcun itinerario birrario.

Eppure, gli anonimi edifici che una volta ospitavano la scuola elementare locale sono oggi frequentati da bevitori di tutto il mondo: dal 2009, il birrificio artigianale De Struise vi ha trasferito i propri impianti di produzione, riempiendo il cortile di tini d’acciaio e botti di legno da maturazione e ricavando una pittoresca taproom in un’aula con ancora carte geografiche, lavagne e disegni di bambini alle pareti! Se riuscirete a individuare il collegio e varcarne la soglia (in strada non c’è volutamente alcuna insegna, per scoraggiare i turisti occasionali!), avrete un’ottima scusa per tornare – letteralmente – sui banchi di scuola e imparare da uno dei più ricercati e sperimentali marchi della scena belga contemporanea!

La Cuvée Delphine prende il nome da Delphine Boël, figlia naturale di Alberto II, sovrano del Belgio fino all’abdicazione nel 2013. Per lunghi decenni in lotta per ottenere il giusto riconoscimento legale nella sfera professionale e privata, Delphine si è rivelata per l’opinione pubblica belga un esempio civile di caparbietà alla ricerca della verità: i birrai Urbain Coutteau e Carlo Grootaert hanno dunque voluto tributarle la versione maturata per 12 mesi in botti di Four Roses Bourbon dell’Imperial Stout dedicata al padre (la famigerata Black Albert), utilizzando in etichetta una delle opere d’arte della principessa (che emblematicamente recita la frase Truth Can Set You Free su uno sfondo tricolore belga).

Equilibrio, eleganza e moderazione: in un mare di Imperial Stout invecchiate in botte dal carattere dolce e pesante, l’obiettivo della Cuvée Delphine è emergere con differenti e più raffinate qualità. Maestosa e regale nel bicchiere, manifesta la sua generosità sin dall’apparenza: nera e inaccessibile, sormontata da una cremosissima e compatta spuma color cappuccino – sorprendente per una birra dall’elevata gradazione alcolica e sottoposta a passaggio in legno.

Il profumo che emana è composito e variegato, ammorbidito e reso omogeneo dalle dolci note liquorose del Bourbon: aromi di frutta disidratata (uvetta, prugna, fico, dattero) e intese tostature (caffè, liquirizia, legno abbrustolito) preannunciano un sorso dalla struttura piena, morbidissima e vellutata, che avvolge il palato con una coltre di gustosa densità.

Le papille gustative sono a loro volta stimolate da suggestioni di vaniglia, melassa, caramello bruciato e cioccolato fondente, caffè espresso e frutta sotto spirito, con qualche lieve sentore di abbrustolito: una ricchezza al primo impatto strabordante, eppur tenuta a bada da un equilibrio organolettico invidiabile, che regge tutte le sue componenti (anche quelle torrefatte più acremente pungenti e le inevitabili calde derive alcoliche – mai brucianti!) sotto un preciso e geometrico controllo. La bevuta è strutturata, ma – incredibilmente! – tutt’altro che impegnativa: un’esperienza lussureggiante che richiede il tempo necessario per godere di tutte le sue sontuose sfumature, rivelandosi sorso dopo sorso sempre più completa, suadente e rotonda.

La Cuvée Delphine ti renderà libero? Non ti resta che provarla!